Ho passato la vita china su dei fogli. Interi, strappati, stropicciati, a brandelli. In 38 anni ho riempito cassetti, comodini, zaini che straripavano parole. Parole di delusioni, di amori quasi mai corrisposti, di incertezze e di sogni mai dimenticati. Cresciuta senza padre e quasi senza radici, cambiando città e famiglia più volte di quanto si dovrebbe sopportare. Quasi sempre al limite di una vita che faticavo a definire tale. Le poesie sono state il mio rifugio, la mia casa, il mio ombrello, i miei amanti.. la mia splendida figlia che poi è arrivata, ed anche il bambino che ho perso. La mia luce in fondo al tunnel, l’unica candela che non si è mai spenta.