Un grido disperato e d’amore rivolto a mio figlio Federico, vittima di un incidente in moto nel 2008, a ventidue anni. La forza, la volontà, la speranza, le sconfitte sue, mie e di mia moglie accompagnano questa realizzazione. Che cosa rispondere a un genitore il quale, disperato e arrabbiato, si chiede: “Perché proprio a mio figlio?” È questo uno degli interrogativi più comuni che mi sono trovato a dover affrontare quando sono entrato nel mondo della disabilità. Avrei voluto che mio figlio, nato “abile” e dimesso "handicappato”, non fosse mai arrivato a essere così catalogato. Uno scritto composto da appunti, riflessioni e istantanee, che vuol essere anche un atto di accusa verso le istituzioni, che vedono ancora il disabile come una “rogna” e sono completamente impreparate a mettere in pratica la legislazione vigente.