Il tempo è il nostro stesso essere: è l’essenza della vita, del mondo, dell’universo. Su questo tema si sono concentrati tutti gli esseri umani fin dagli inizi dell’homo sapiens, perché è la coscienza e la responsabilità del tempo che distingue l’uomo da tutti gli altri esseri viventi. Le due espressioni più antiche e probabilmente più profonde che l’uomo ha pensato sul tempo sono: - tempus fugit: espressione che deriva da un verso delle Georgiche di Virgilio: «Sed fugit interea fugit irreparabile tempus» (Ma fugge intanto, fugge irreparabilmente il tempo); - e panta rei (panta rei: tutto scorre via) di Eraclito. Le due citazioni colgono l’aspetto più intimo del tempo: esso è fuggitivo (l’attimo fuggente), è inafferrabile, irraggiungibile, irreperibile, imprendibile, indomabile. E non intercambiabile con qualsiasi altra cosa. Particolarmente innovativo e perfino criptico è il contributo che Luisa Toppan cita di Carlo Rovelli, lo scienziato più originale e ricco di suggestioni del nostro “tempo”.