“Da un paio di anni ho riconosciuto nella morte il vero scopo della nostra vita, e di questa scoperta ne ho fatto uso nel farmi della morte un vero ottimo amico cosicché la sua figura non solo non mi è più terrificante, ma riveste un aspetto di tranquillità e di consolazione. E ringrazio dunque il mio Dio che mi ha concesso la fortuna di darmi la opportunità – Lei mi comprende – di riconoscere in Lui la chiave per la nostra vera felicità“. In queste parole, Mozart racchiude, nella sua ultima lettera al padre, tutto il mistero che avvolge l’uomo e l’artista. L’appartenenza alla Massoneria, l’amore-odio nei confronti della “voce illuminista”, la scomoda etichetta di “enfant prodige”, la morte prematura in circostanze mai del tutto chiare, fanno di Mozart uno dei personaggi più discussi e più amati della storia della musica. L’intera opera mozartiana attinge a piene mani da queste esperienze di vita e si colora a tratti di luminosità, a tratti di ombre, dipingendo un quadro di assoluta genialità e di costante sregolatezza. La musica di Mozart ha rappresentato da sempre il collante tra la purezza e la contaminazione, tra i sovrani e il popolo, tra la luce e le tenebre. Una vita degna di una pop-star dei giorni nostri, a metà tra la ragione e il sentimento, tra l’umano e il divino.