Non è mai tutta la solitudine dei poeti, mai assoluta. Spesso è dialogo col mondo, più delle parole dette fanno rumore pensieri scritti, possibilmente in rada. Il silenzio non ferma le cose, muove i pensieri e in rada tale moto diventa, con la voce della natura, musica pura, vera armonia. È la rada il posto degli amanti, quella insenatura naturale o artificiale, di grande ampiezza, riparata da venti e marosi, ove i cuori innamorati possono gettare l’ancora. In fondo alla rada solitamente si apre un porto, il prossimo immediato riparo. In questa estensione di mare si trova protezione da venti e marosi. Qui, chi si ama, sosta con passione. La poesia d’amore vuole mettere a ridosso, fare scudo, riparare e custodire palpiti d’amore dal vento e dal mare tempestosi. Rada è stupore naturale, passionale e compiaciuto, voluto smarrimento dalla piazza chiassosa, troppo abitata. Albergano nella cristallina rada gli innamorati come sospese barche in attesa della quiete; qui posano corpi e pensieri desiderosi di stasi. Altra cosa la fisicità degli arenili, dei golfi, delle insenature, la rada è più di un posto quieto, è funzionale alla riscoperta, alla passione e alla riflessione, opportuno ricovero dell’anima nella bellezza naturale che parla e svela il suo mistero. È uno stato d’animo più che un contesto fisicamente delimitato e riconosciuto. Le rade vanno cercate, si propongono, non si obbligano, vanno scelte, assumono la preziosità della scoperta, rispondono alla propria misura. Qui, nel paradiso dei mari, la poesia stessa è imperturbata e protetta, trova rifugio. Le sue parole d’amore, note su dolcissimo pentagramma musicale, si adagiano sulle cose, posano sulla natura, sui corpi, si fanno respiro e bellezza.