Credete che l’uno per cento del mondo, che è più ricco del restante 99%, conduca politiche per redistribuire la ricchezza al 99% più povero? Per ottenere una maggiore giustizia distributiva dovrete lottare duramente. Ma, soprattutto, dovrete lottare per la vostra libertà, perché ci sarà sempre qualcuno che ve la vorrà togliere. Cosa resta all’Italia dell’euro di questi ultimi dieci anni? Tre recessioni; la svendita di centinaia di aziende italiane al capitalismo straniero; la chiusura di migliaia di altre imprese; il suicidio di un migliaio di imprenditori; la disoccupazione e la povertà di milioni di cittadini; il dissesto semi-permanente e le enormi perdite del sistema bancario; la svalutazione del patrimonio immobiliare; l’emigrazione di centinaia di migliaia di giovani intraprendenti; infine, la riduzione drammatica dei servizi sociali. Ecco, nell’Italia dell’euro il popolo è conculcato nella sua libertà dalla casta degli ottimati al potere, ma si è astenuto dalla resistenza fino al 2012, quando fu varato, dai “poliorceti della democrazia”, il fiscal compact, l’ultimo e più duro atto di imposizione dell’austerità ai popoli europei. Da allora, i cittadini si sono risvegliati e in Italia è iniziato un “Piccolo Risorgimento”, di cui mi onoro di far parte.