Consigliato ad un pubblico 16+
La vita di Peter e quella della sua amica Michaela sono al limite della possibilità di convivere nella società, al limite tra il sesso e l’amore, tra la sopravvivenza e l’autodistruzione. L’educazione borghese imposta loro sin da bambini ha prodotto come effetto un rifiuto dell’ordinario. Fuggire da quel tipo di esistenza sembra l’unica soluzione. È così che la possibilità di evadere dalla routine sembra offerta su un piatto d’argento dalla cocaina, dall’alcol e dal sesso facile. A tutto ciò, per Peter, si aggiungono i farmaci. Quello che Peter fa, e documenta anche in un diario, rappresenta un biglietto di sola andata verso la perdita di sé, ma non sembra esserci via d’uscita. Sì, perché se Peter conserva a tratti un barlume di lucidità, di emozioni, di autocoscienza, ben altro si deve dire di Derek, completamente senza scrupoli, determinato a ricercare soltanto il piacere derivante dal male. Ma Derek, purtroppo, con Peter condivide il corpo, sono due facce di una stessa medaglia, frutto del bipolarismo che affligge il giovane. Senza che Peter ne sappia nulla, la sua “metà oscura” uccide brutalmente la sua ex ragazza, Petra, la donna che lo amava, ma che lo aveva lasciato dopo aver scoperto i suoi numerosi tradimenti. Ad un certo punto, come già preannunciano gli eventi, tutto precipita. Nulla è sfuggito alle autorità delle malefatte di Peter/Derek, ma la sua condizione impone un soggiorno diverso dal carcere: il giovane, infatti, viene portato in una casa di cura. Qui si realizza il suo peggiore incubo, quello di restare solo.