Haminot, lo Spirito Indipendente, vive sull’iperasteroide Thea, all’interno dell’extracubo Babylon, nell’ultima stringa nota del multiverso, tra le Brane Secante 21 e Minusfire. Ha il compito di riferire alla Tetrade Sistemica circa il merito all’accesso dei biosistemi del pianeta Terra al gradino superiore, in vista del Progetto Finale. Per tale indagine, scruta ciclopici comprensori chiamati Megalopoli, composti da fetide Metropoli; si concentra sul più piccolo agglomerato, denominato Antrace 848, dove in ogni megaedificio classificato come Scatola, vivono minuscole creature ammassate in microspazi chiamati Abitacolo. Ogni capitolo del libro è un incontro con una vicenda esistenziale, in cerca di identità e verità. Ne scaturisce una storia umana, un diario che si conclude con la possibilità di riscatto, il riconoscimento dell’errore e della pochezza. Alla fine di ogni capitolo, Haminot esprime e motiva il proprio giudizio sulle reazioni e sul comportamento etico dell’individuo che ha osservato nel proprio Abitacolo. Le numerose, esplicative “note al testo”, sono il vero saggio nascosto nel racconto, un intercalare che costituisce un libro nel libro. Haminot, in sintesi, è la coscienza umana che si autocritica.