“Mon école” è il racconto di una vita trascorsa per molto più di mezzo secolo a scuola: da alunno, studente, insegnante, preside. Una vita tuttavia arricchita da tante altre esperienze ed avventure. Talune rivelatesi preziose non solo per avvertire con la dovuta sensibilità il bisogno urgente di valide innovazioni didattiche, ma anche per ideare, progettare e attivare un metodo che potesse rimanere permanentemente innovativo, aggiornandosi e perfezionandosi anno dopo anno, in modo da tenere sempre vivi l’entusiasmo e il coinvolgimento positivo dei docenti e dei non docenti, dei discenti coi loro genitori, delle istituzioni nazionali e locali che hanno per compito anche quello dell’istruzione e dell’educazione delle nuove generazioni. Frequentata da ragazzi e ragazze di tutti i ceti, con caratteri e modi di vita molto diversi, la scuola statale, come forse non troppo spesso ci si ricorda, riflette la società in cui opera, ne assorbe e studia problemi, umori e aspirazioni. Un’operazione indispensabile per poter preparare al meglio chi da adulto dovrà contribuire a renderla migliore, nel rispetto della sue antiche buone tradizioni ma anche e soprattutto nel superamento più ampio possibile di pregiudizi vecchi e nuovi che possano intaccare nel profondo i suoi alti valori e compiti inderogabili, come quelli d’una convivenza democratica e civile tra tutti i suoi cittadini, qualsiasi ne sia la provenienza, il credo religioso ed ideologico, il colore della pelle. La scuola è di per sé un mondo complesso e molto particolare, dove accade di tutto e dove non rare volte si verificano eventi inattesi, sorprendenti, strani. Alcuni divertentissimi, da potersi raccontare perfino come barzellette. Sono gli eventi di tale genere, così insolito altrove, che fanno da leitmotiva gran parte di questo libro di memorie. Che nasce ovviamente dalla voglia di ricordare e indurre a riflettere, ma anche dal desiderio di far sorridere chi a scuola ci lavora e chi dalla scuola s’è allontanato da anni.