“Parole di un uomo mortale” si articola nell’analisi dell'emozione e del desiderio umano, troppo spesso strumentalizzati o ancor peggio nascosti in una quotidianità che rischia di far perdere la comprensione della vera natura che ci appartiene: semplicemente essere quello che siamo. L'attenzione da porre sulla questione fondamentale, chi siamo noi stessi, viene presentata come la chiave di volta per riscoprire una nuova portata delle capacità della vita, la quale rischia oggi di trasformarsi in mera abitudinarietà, perdendo quel sapore che invece dovrebbe mantenere. Ciò che si tenta di far pervenire al lettore è la quasi doverosa attuazione e concretizzazione del desiderio, portato in noi dai "pensieri", i quali ci animano e ci qualificano, ci rendendoci unitariamente ciò che siamo. Questo è il segreto, la capacità di comprensione di quello che realmente si vuole, di quello che realmente si cerca, affondando anche in quelli che oggi vengono malsanamente definiti “istinti primordiali”. Desiderio, emozione, sentimento, pensieri: in queste astrattezze vive l'anima o la mente, racchiusa nella fisicità del corpo. Un insieme inscindibile che si separa solo con la morte; ma anche in questa transizione i pensieri rimangono, poiché la loro finalità è unicamente quella di pervenire a completa realizzazione.