La vicenda, ambientata negli anni sessanta in un paese meridionale, racconta la storia di Domenica e Bruno, mamma e figlio, che vivono una vita di stenti e solitudine. Bruno è un ragazzo speciale, deriso dai coetanei che lo usano come trastullo per spezzare la monotonia dei loro giorni vuoti e insignificanti. Cosa c’è di più eccitante per riempire un’esistenza noiosa e poco emozionante? Prendere in giro Bruno. Domenica, donna forte e volitiva, non impedisce al figlio di correre ed essere felice. Lo lascia libero di vivere la sua vita pur sapendo che non raggiungerà alcun traguardo. Tutto terminerà miseramente, là dove è iniziato. Per strada. Bruno ha giocato fino all’ultimo da protagonista, anche quando ha deciso di andarsene. Gli adulti, presenti–assenti, sono i testimoni muti di quella corsa per la vita, che rimarrà nei loro ricordi e in quelli dei loro figli. Rimpianti, sensi di colpa? I ragazzi aspettano che Bruno si rialzi ma lui ha smesso di correre. Ha deciso per tutti e se n’è andato in silenzio. Da vincitore.