In quest’opera, molti degli episodi da me raccontati sono veramente accaduti, e altri di credenze popolari, perciò, mi sono limitato ad essi per dare spazio alla “mia” Sicilia con i suoi sentimenti antichi, così come l’ho vissuta e ancora la sento, ricordata con occhi da bambino, che molto ha sofferto in una terra dai grandi contrasti, crudamente amara ma, dolce come il miele. Per questo credenze e realtà, dialetto e italiano si mescolano in un grande mosaico. L’autore, Pippo Carrubba, ritiene opportuno sottolineare che l’opera contenuta in questo volume, e’ espressa a mezzo di un indefinibile “metalinguaggio” che si pone a mezza via, tra il parlato dialettale siculo e l’espressione poetica tipico di un illetterato, rimandando in ciò alla figura, quasi mistica, dell’agreste contadino incolto ed ignorante di pasoliniana memoria... Diego Graziano. Bella Sicilia..., carusi picciriddi subito in Chiesa a pregare..., arriva l’invasione Americana in Sicilia! Anni di collegio per Pippo piangendo dalla paura per le bombe. C’è vera liberazione per quelle donne brutalizzate? ...dopo 38 giorni di battaglia continua, la campagnia in Sicilia era terminata nel 1943... Pippo con tocchi da maestro cesellatore dipinge un pezzo di storia della sconfitta del nazi-fascismo... Don Andrea Gallo, fondatore della Comunità San Benedetto al Porto.