“Il libro di noi tutti”, scritto dall’ultimo dei pescatori, nasce all’improvviso da un racconto che gli fece sua moglie quando si recò all’ospedale di San Giovanni Rotondo per dare l’ultimo saluto alla salma del loro medico di famiglia. Mentre erano lì, arrivò una bambina, appena morta, aveva gli occhi un po’ aperti, sembrava ancora viva. Il pescatore, sensibile al racconto di sua moglie, aveva già il libro da scrivere nei suoi pensieri. Con la sua fantasia proclamò quell’angioletto portatrice di messaggi tra le anime e i loro cari sulla terra. Visto che quell’anno fu proclamato papa Bergoglio, il pescatore, considerando soprattutto la bontà di Francesco verso il mondo intero, lo proclamò anche padrino del libro di noi tutti. Al nostro angioletto, Milena, viene assegnato il compito di fare un lungo viaggio, dove incontrerà tante anime. Tra le anime, incontra artisti conosciuti in tutto il mondo e con loro scrive poesie e canti, scopre luoghi fantastici a noi già noti, come il paese delle favole, racconta della nascita dell’ottavo nano, racconta della causa a Pinocchio, racconta del potatore che bestemmia, del re generoso, del castello dorato… Concludendo, la magia del pescatore, discendente di una famiglia con poteri suprannaturali, con cui può telepaticamente trasmettere pensieri e sa leggere ciò che non si vede, realizza un altro romanzo di intrighi, come nel libro precedente “Il principe cane, il pescatore in poesie e canti”, da leggere in sintonia con questo altro capolavoro.