Dopo “Primaverile” ecco “Autunnale”. Sei anni di vita professionale di Dario Voltolini, sei anni di scritti per riviste, antologie, cataloghi di scultori, testi per booklet di CD di musicisti e racconti vari. Il protagonista è sempre uno, Eugenio, e passa di scena in scena, dialoga, sogna, polemizza, racconta, si lascia inondare. Sono scene che gli si manifestano in ordine sparso come tessere di un puzzle appena rovesciato dalla scatola che le conteneva. Eugenio è come un albero a cui l’esperienza, simile a un vento autunnale di tramontana, porta via poco alla volta tutte le foglie. Sfibrato, ormai è solo un fantoccio di sabbia che lo spostamento d’aria provocato da uno tsunami può sfarinare. Riuscirà il lettore a dare ordine e senso a ogni singolo tassello in modo che lo svolgersi della vita abbia forma, che la storia possa arrivare a compimento e trasmutarsi?