“Il coraggio di vivere nella legalità” è un romanzo che, attraverso la storia del personaggio Giovanni Ferro, mette in rilievo tutte le fasi storiche della vita sociale, economica, culturale e politica della seconda metà del Novecento in Italia. Le difficoltà di costruzione di una vita civile all’insegna della legalità in un contesto condizionato da forme di subcultura mafiosa. L’assurda contraddizione dello spopolamento del sud proprio negli anni del miracolo economico. Quindi l’emigrazione in Germania e la presa di coscienza della lotta politica e le vicende del PCI in stretta relazione con gli avvenimenti della politica nazionale ed europea, le battaglie per l’integrazione e per i diritti di cittadinanza. Una testimonianza storica, nella quale si possono immedesimare milioni di meridionali costretti ad emigrare. Il protagonista del romanzo, dopo l’emigrazione in Germania, si trova a vivere un’emigrazione di ritorno in una realtà del nord Italia, dove vivono e lavorano milioni di meridionali. Una realtà dove si è passati da una generale sottovalutazione del fenomeno mafioso ad una indistinta stigmatizzazione e colpevolizzazione di cittadini in base al territorio di provenienza, sconfinando in conflitti sociali già impregnati storicamente di discriminazioni. Sintetizza la parabola esistenziale del protagonista nel sentirsi cittadino del mondo, pur rinnovando sempre il suo amore per la propria terra di Calabria, un cittadino che non si è fermato a nessuna frontiera.