Nascere in Sicilia è ad un tempo una fortuna ed una sfortuna: la prima perché quella terra stupenda, ricca di storia, di arte, di verde e di sole, non può non rappresentare una magnifica “culla”; la seconda perché costringe molti dei suoi figli migliori a fuggire nel “continente” per trovare degne risposte alle proprie aspettative di vita. È il caso del nostro protagonista, Salvatore, che, con la morte nel cuore per il grande amore verso la sua terra, se ne allontana per cercare miglior sorte. Come tanta gente del sud è capace, caparbio, motivato a dimostrare il proprio valore; e così accade. Diventa “qualcuno”, uno importante! Ma la terra promessa non si rivela tale: un grande dolore provocato dal feroce razzismo di quella gente che aveva ritenuto “migliore”, lo induce al ritorno in Sicilia, accompagnato da un terribile fardello di rinunce. Ricomincia daccapo, sembra che la vita possa finalmente ripagarlo. La ferocia degli uomini si ripresenta però più crudele e spietata che mai. Sarà un disastro! Ancora una volta costretto a fuggire, con solo i panni che ha indosso. Quando, grazie alla sua caparbietà ed all’impegno di sempre sembra ritrovare un briciolo di serenità, la sorte si accanisce ancora, e questa volta in forma tragica! Rischia così di trasformarsi in una belva, come i tanti aguzzini che avevano attraversato la sua esistenza. Ma un afflato divino veglia su di lui, facendogli ritrovare quegli elementi positivi, di vita, che sembravano sepolti per sempre. Gli ultimi passi saranno addolciti da teneri cuori, finalmente. E chiuderà gli occhi avviandosi mano nella mano con il suo bene più prezioso, verso la luce...