Il romanzo di Francesco Giugliano richiama alla mente quello di Patricia Nell Warren, “La corsa di Billy”, per la passione che il protagonista ha per la corsa, le battaglie che è costretto a combattere pur se diverse da quelle del romanzo in questione. Si evince, nel racconto di Francesco, quell’amore sano per lo sport. Il protagonista sin da piccolino scopre di avere nella corsa una valvola di sfogo e un divertimento senza eguali e sarà quindi facile e naturale, una volta cresciuto, iniziare a farne una disciplina a livello agonistico. L’entusiasmo che il piccolo Frankie ci mette nell’allenamento e nelle gare mostra quanto tutto sia frutto di amore e passione e non di rivalsa nei confronti di qualcuno. Il punto più toccante è, però, quando combatte per realizzare il sogno di partecipare alle Olimpiadi. Ormai 38enne, un’età non adatta allo sport agonistico, e con un incidente che ha fermato la sua carriera, riuscirà a rialzarsi e a combattere per un’ultima vittoria. Grazie all’amore la vita del protagonista sarà felice anche senza lo sport, riuscirà a uscire da un periodo nero, a rialzarsi e affrontare nuove sfide fino all’ultima, quella più importante. Questo breve romanzo porta in sé un messaggio semplice ma forte; universale e privato. Oltre l’amore, che è sempre il motore positivo dell’uomo, quello che permette di rialzarsi e affrontare tutto, bello è anche il modo in cui viene affrontato lo sport. Non ci sono dinamiche economiche, sotterfugi, anche le scorrettezze vengono fatte passare in secondo piano perché punite nel modo corretto. La competizione che viene rappresentata è “sana”: si corre per se stessi e a volte per gli altri, ma la gioia di vincere è data dall’accorgersi di poter dare sempre di più, non dall’aver sconfitto qualcun altro. Una scrittura semplice, priva di orpelli e quindi più diretta. Un libro che vale la pena di leggere perché ha la capacità e la forza di parlarci di tanto con una storia semplice, che può essere accomunata a quella di qualsiasi lettore, soltanto cambiando qualche particolare.