Il romanzo tratta la biografia di Masina Crugliano. Il testo è suddiviso in due parti: la prima descrive la serena infanzia vissuta a Cirò Marina, paese sulla costa crotonese calabra; la seconda riporta i fatti occorsi ai tempi del matrimonio, a Canegrate, nel milanese. La storia ha inizio nel dicembre del 1972. Nelle prime pagine si contestualizza la società in cui hanno luogo gli eventi: Masina è affezionata alla famiglia conservatrice e, soprattutto, alla figura del padre, severo ma con un debole per lei. L’adolescenza trascorre tra noiose lezioni a scuola e passeggiate in compagnia del cane. Masina è ingenua, vivace, si vede carina ma soffre di piccole invidie “verso le più grandi”. Lucia, la migliore amica, è anticonformista e perciò considerata “impudente”. Masina comincia a porsi domande sulla giustizia del sistema sociale in cui vive e, soprattutto, sulla mentalità che limita la felicità delle donne. In occasione della festa del Santo Patrono indossa una minigonna: un gesto naturale, eppure sconsiderato per quell’ambiente, perché viola gli impliciti precetti di buoncostume imposti da sì radicate convenzioni. E l’intervento del fratello Ciccio ne è piena conferma. A seguito di tale vicenda conoscerà Vincenzo, diciottenne estroverso di cui si innamora perdutamente, “donandogli la verginità”. La decisione della famiglia è concorde: deve sposarsi. Ma la storia d’amore naufraga prima ancora di iniziare.