Cari lettori, care lettrici, il libro che vi propongo vi trasporterà in un mondo dove non c’è spazio per la “noia”, lo avevo scritto per tenerlo in un cassetto, riservato solo a me, ma poi non ho potuto resistere alla tentazione di rendervi partecipi delle storie che racconto, storie realmente accadute che vedono protagonisti i ragazzi della strada oltre la Catona di Otranto. La Catona è un piccolo rione alla periferia del paese. Negli anni ’70 era chiusa al traffico e i ragazzi che abitavano in quella zona vivevano l’infanzia e l’adolescenza in un clima di libertà. La strada rappresentava la “famiglia” alternativa dove trascorrevano la maggior parte del tempo. I ragazzi della strada sono ragazzi turbolenti, scatenati, abituati a cavarsela da soli, spesso abbandonati, per necessità, dalle famiglie impegnate a lavorare fino a tardi, ma capaci di affrontare la vita con ottimismo, lontani dalla realtà dei ragazzi di oggi che vivono la “crisi” di una mancanza di valori nuovi in un mondo dominato da smartphone e computer. Un sottofondo di allegria, ironia e tristezza, talvolta trapela in alcuni racconti, ma sono solo le “facciate” della vita in cui il ricordo, visto come un’immagine fotografica di quegli anni, assume a tratti la funzione di “mito” inciso dentro di noi.