Consigliato ad un pubblico 16+
“L’Insula Felix” è un miraggio: esiste nel sogno, baluginante come le allucinazioni che danzano sulle sabbie di un deserto infuocato. Quando vi si approda, la prima sensazione è di liberazione ed entusiasmo. Il sollievo di chi si lascia alle spalle problemi, e conta di realizzare i propri desideri. Si sente accolto, e solo col passare del tempo si accorge che l’isola non è poi così felice come aveva creduto. Lo constata e narra il personaggio principale, giunto nello Sri Lanka dopo lo tsunami del 2004, per realizzare e implementare un centro scolastico fra alberi di cocco e la giungla. Dei suoi quindici anni di andare e venire dall’isola ha tratto un racconto, cucito su un apparentemente labile supporto di cene o partite a burraco, di cosa succede in una comunità di italiani, che per caso o per scelta hanno deciso di soggiornarvi. Un intreccio di amori e tradimenti, dedizioni e opportunismi, di farse e tragedie, su uno sfondo di lampi di guerra e rivolte, che divampano, si spengono, si dimenticano e si ripropongono nella storia di un popolo – singalesi e tamil – buddista, induista, mussulmano e cristiano, avvezzo da secoli a comportarsi come un vulcano, che fra un’improvvisa eruzione e un’altra, lascia appena il tempo alle lave di raffreddarsi e germogliare palmeti.