Più conosci e più ti senti piccolo, questo è il messaggio intenso del testo, e Cinzia, Archeologa ricercatrice e Assiriologa, andata via troppo presto, nei suoi anni di studio ha sempre dimostrato grande passione e amore per la conoscenza. Questo libro vuole essere un modo per parlare di lei, ma anche di come i libri siano memoria e comunicazione infinita, e così, le tavolette di terracotta della Mesopotamia, un modo per ricordare per sempre e non smarrire mai il sapere nella storia. Un testo che si divide in due parti, entrambe dedicate a Cinzia, che ha studiato in modo esaustivo la storia del Vicino Oriente Antico, raccontando della “Terra tra i due Fiumi”, dei suoi popoli e delle tavolette di terracotta, che erano un metodo per comunicare e che hanno lasciato un segno nella storia, come un libro. Il testo, nella prima parte, ha uno stile molto dettagliato e storico, soffermandosi su Hammurabi, la città di Mari e il famoso Archivio Reale, e il ritrovamento delle tavolette, analizzando, passo dopo passo, tutto la ricerca accurata compiuta da Cinzia. Una parte è anche dedicata al Vicino Oriente Antico oggi, con articoli giornalistici che raccontano come l’Isis devasti l’arte, con distruzioni e saccheggi spietati. Nella seconda parte, il tono della narrazione cambia e diventa delicato, nei ricordi d’infanzia, e anche triste, quando racconta della malattia di Cinzia, toccando il legame tra le due donne, forti e come un’anima sola, arrivando al lettore in tutto il suo pathos.