Dopo anni di silenzio, Damiana Conteticci ha finalmente deciso di “sciogliere i nodi delle parole non dette”, per rivelare il suo stato d’animo, attraverso una lunga lettera-libro, dedicato – senza dubbio – più a se stessa che al padre e dal titolo a dir poco eloquente: “Lettera a mio padre”. L’autrice, attraverso questa lunga lettera, ha – finalmente – sciolto “molti nodi”, confidandoci, al tempo stesso, che il suo silenzio ha motivazioni ben diverse da quelle del padre. Il suo silenzio è equiparabile al “grido di un cucciolo mortalmente ferito”. Il suo silenzio ha rappresentato una “richiesta d’amore ancor più forte di molte parole che lei non ha mai detto e che, del resto, il padre non ha mai cercato”. Il suo silenzio non è dovuto a disinteresse nei confronti del padre, “che è e resterà sempre tale, al di là di tutto” – come lei stessa ha tenuto a sottolineare. Il messaggio del libro resta comunque positivo: questa triste esperienza ha reso Damiana ancor “più forte”, pienamente consapevole che “se è vero che il passato non si può cancellare, il futuro si può scegliere…”. E Damiana si è detta certa che farà di tutto per rendere “positiva” questa “terrificante esperienza di vita”. A suo dire, “chi non scrive la propria storia non può deciderne il finale”. Perciò, Damiana ha deciso di scrivere la sua storia: “per tentare di metabolizzarla” e nella speranza che “il suo terribile vissuto le consenta di divenire un genitore realmente degno di essere definito tale, come sua madre ed i suoi meravigliosi nonni materni”.