Passavo giornate intere nella cucina di Gioconda, la nonna materna: mi sentivo più suo figlio che suo nipote. In casa della nonna c’era sempre qualcosa da mangiare. Passavamo ore intere a parlare del suo passato, di sua madre, della sorella centenaria, del marito cantoniere, della figlia morta di tisi a vent’anni. Annetta , la nonna paterna, era inchiodata in poltrona, ma la sua fantasia correva per foreste, castelli e mondi segreti. Erano le fole della Versilia e me le raccontava così come le aveva sentite raccontare da sua madre e dalle sue nonne. E queste fole non erano solo un modo per tenere buoni i nipotini. Il passato è ancora colorato a tinte forti, ma si comincia a insinuare il timore che questi colori possano sbiadire. Anche i ricordi dei miei viaggi attorno al mondo mi fanno sempre più spesso compagnia. Luoghi e persone che forse non esistono più; solo la memoria li può tenere ancora in vita.