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Qui staremo benissimo

 
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La sintesi della storia è l’alternanza tra la volontà di alcuni ed il potere di altri. Spesso in questa alternanza c’è la vita di persone semplici, l’esistenza di persone, uniche nel loro percorso, ma che determinano maggiormente il corso della storia. Spesso questa storia, intesa appunto come ispezione dei fatti, delle fonti, è giunta nei nostri percorsi di studio, attraverso gli storici. Tito Livio è sicuramente lo storico più accreditato, almeno sino ad età rinascimentale, interprete più attendibile di determinate fonti. Ma quali erano queste fonti? Se ad esempio seppellite una collana di pietre e legno, insieme agli attrezzi di ferro, con i quali l’avete creata e tra 10 anni qualcuno la ritrova, si farà un’idea. Ma tra cento? E Mille anni? L’analisi cambia. L’uomo che troverà quella collana tra mille anni, non potrà scrivere mai le cose di colui che la troverà tra dieci o cento anni. Ed a volte questo ragionamento vale anche per le persone ed i documenti. Ma questo non è un romanzo storico, né scientifico. Questo è un libro fondamentalmente incentrato su una persona semplice: Carlo Isidoro. Un inviato precario di un piccolo giornale in decadenza, che ha una fidanzata, Eleonora, che aspira ad essere una grande foto-reporter. Incaricato di intervistare la professoressa Lina Astori, per parlare della famosa opera di Tito Livio, il ragazzo riceverà una parte di un manoscritto, che narra del famoso episodio delle Forche Caudine. Il mattino seguente tornerà per rincontrarla, ma la professoressa è morta e lui, dopo un colloquio con l’ispettore De Martino, prenderà dalla scrivania, la parte centrale del documento. Intanto Eleonora è rimasta bloccata a Lampedusa dove era andata per effettuare un suo lavoro, ma una brutta perturbazione mette fuori uso tutte le comunicazioni. Carlo rifugiatosi dentro casa, viene raggiunto da Arturo, un uomo in pensione che curava delle piccole pratiche nella redazione dove il ragazzo lavorava. I due si confidano: il ragazzo racconta l’accaduto, mentre l’uomo spiega che quel documento, non era altro che uno dei tanti che, dai tempi della guerra, cercavano di salvaguardare dalla critica. Carlo viene a sapere che suo padre, Arturo e la professoressa Astori, sin da giovani, cercavano di recuperare documenti che rendessero inconfutabili i fatti e che quindi rendessero veritiera la storia. Come si intreccia la vita di Carlo con la professoressa? Cosa c’è scritto nell’opera che il ragazzo legge e soprattutto chi l’ha scritta?Passato, presente e futuro diventano la chiave di lettura di un’interpretazione della realtà che lascia, comunque, sempre il dubbio. Se è vero che siamo noi il punto fermo della nostra esistenza, parafrasando la matematica, per la nostra esistenza passano infinite rette, infinite possibilità; dovremmo essere noi a scegliere quale possibilità e proiettandola al futuro, poter dire: “Qui staremo benissimo”.

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