Questa è la storia di Dario Di Ario, cervello rientrato dall’estero, prima illuso poi recluso e infine escluso: tornerà da dov’era venuto. È il racconto di una libertà negata, quella di poter esercitare appieno la professione dello scienziato, di poter avere la possibilità di esprimere al meglio il proprio ingegno. Dario Di Ario, esperto di genetica, rientrerà in Italia come cervello a suo tempo emigrato. Illuso da promesse non mantenute, capirà subito che la libertà di pensiero deve essere sacrificata all’obbedienza di regole feudali, non scritte, largamente accettate se non condivise da un sistema occulto, imperituro e gattopardesco. Non accetterà quelle regole e inizierà così un cammino faticoso, pericoloso e pieno di punizioni e insidie. L’accademia lo isolerà molto presto, negandogli, senza mai esporsi, opportunità e finanziamenti. Si rivolgerà allora all’industria, ma sarà prima usato e poi tradito. Sopravvivrà grazie alla solidarietà della comunità scientifica internazionale fino a quando, soffocato da una burocrazia distruttiva e incontenibile, deciderà di rinunciare alle dimostrazioni sperimentali e liberare per sempre il suo spirito ideale. Tutto questo non lo farà da solo, ma insieme alla moglie Milva perché il racconto si intreccia e si consola con la grande storia di un amore consapevole, maturo e famigliare.