Questa narrazione di carattere storico biblico si riferisce alla figura di Gesù di Nazaret, nel contesto della sua attività in Galilea, descritta sulla traccia dei Vangeli di Luca e Giovanni. Si delinea nello sfondo l’ambito sociale politico della Galilea. Si rileva la condizione precaria della popolazione, l’emarginazione e sfruttamento dei lavoratori della terra, gli amharetz, sottomessi al potere di Erode, padrone del territorio. Di qui il malcontento della gente, la protesta degli Zeloti, che sfocia nel tentativo d’incendio delle messi. In questo ambiente si esprime l’opera di Gesù, il Messia. Egli si collega alla predicazione profetica di Giovanni il Battezzatore, che fu imprigionato e poi decapitato da Erode. Gesù, umile e mite, in risposta alla violenza di Erode, esprime un messaggio di conversione al regno dei Cieli. Egli annunzia la beatitudine dei miti, dei poveri, dei misericordiosi, degli operatori di pace, dei perseguitati. Predica l’amore, il perdono dei nemici. Il popolo oppresso non è liberato dall’ipocrisia dei farisei o dalla politica dei capi del popolo che difendono il loro potere; solo la conversione del cuore, l’aiuto ai bisogni del prossimo portano alla liberazione. Egli, incompreso, predice infine la sua morte, l’ultimo sacrificio per liberare dalla morte i morti.