“…Di fronte a me siede un ubriacone, lo sento dal fetore che emana di vino di bassa qualità che deve avere bevuto in grande quantità; sta lì pencolante sulla seduta di resina e armeggia con un telefonino lo fa vibrare, poi suonare, poi cerca di parlare, farfuglia qualcosa, poi schiaccia qualche tasto, si alza apostrofa gli astanti con frasi senza senso, manda stralunati sguardi verso qualcuno la mia occhiataccia lo fa desistere. Il pubblico si rianima, due ragazze, fanno le scimunite, e così facendo inciampano sui loro piedi nel procinto di scendere precipitosamente, in quella corsa breve a momenti irrompono su di una vecchietta. Sul fondo una combriccola di adolescenti ha acceso una sigaretta e getta il fumo sul fondo della carrozza dal finestrino a ghigliottina, scemi, ma anch’io ero così alla loro età. Poco più avanti una giovane donna rom con un pargolo attaccato alla lunga gonna a fiori sbircia tra le pieghe di una borsetta, mah? Forse è solo curiosità, forse è solo fame…”