“La tempesta” è la storia d’un prete, don Marco Pertusi, parroco d’una minuscola comunità ed insegnante di religione. La vice preside della sua scuola è la professoressa Giuliana Tiraboschi, donna senza scrupoli che in gioventù aveva avvelenato il marito, per depredarlo dei beni. Malgrado ciò, gode in apparenza di molta considerazione in paese dove è odiata e temuta. Nemica giurata dei “rossi”, riesce a far espellare dall’istituto, uno dei migliori allievi, il presunto comunista Tito Bini che, in seguito a tale evento, si suicida. Questa tragedia colpisce enormemente don Marco il quale finisce per entrare in rotta di collisione con la professoressa che lo fa espellere dalla scuola e segregare, come semplice cappellano, presso un convento di suore. Dopo la tragedia che aveva trasformato in un nido d’angoscia la sua famiglia, Silvia Pertusi, sorella di Tito, fugge da casa per rifugiarsi presso Michele Tondi, spacciatore di droga e adescatore di ragazze che avvia alla prostituzione. Un bel momento Silvia si libera dell’aguzzino per aggregarsi ad un’accozzaglia di drogati verso i quali prova presto un’inguaribile repulsione. Vorrebbe tornare in famiglia, ma il padre è restio ad assecondarla e allora, in una notte di pioggia, trova un momentaneo ricovero presso don Marco, subito incaricato di fare da intermediario al suo rientro a casa. La vicenda si risolve positivamente, ma quando Carlo Sormani viene in convento per prelevare Silvia e riportarla in famiglia viene scoperto dalle suore che lo denuciano alla Curia, non per buona azione commessa, ma per l’ingresso abusivo d’una studentessa di pessima fama nella struttura da loro gestita. Risultato? Espulsione dal convento di don Marco Pertusi che trasformandosi, di fatto in un “barbone” esperimenta sino alle soglie dell’eroismo, la sua appartenenza alla religione cristiana.