Il primo, “Grazie Gesù ...per avermi fatto vedere questo cielo!”, è un grido di gioia per la propria figlia affetta dalla Sindrome di Down. Il secondo, “Bambina senza sole”, sottotitolo “Innocenti in carcere”, che narra di una bimba costretta a crescere in carcere con la madre fino ai tre anni vivendo poi il distacco, è un accorato richiamo non a ricercare colpevoli, ma a non ignorare gli innocenti emarginati. Dirigente presso i Servizi Sociali in un P.A. per diversi anni, oggi si dedica all’insegnamento e al suo grande amore: la scrittura e la riflessione per tutto ciò che la circonda. “Oltre il Vetro”, il suo terzo romanzo, nasce dall’esigenza di far rivivere una storia realmente accaduta, dove fatti e persone in parte sono esistite ed è un atto dovuto a chi ha perso la vita per un amore malato. Non sempre le cose finiscono come si vorrebbe e soprattutto non sempre c’è un lieto fine in tutte le storie, ma da ognuna di esse si può trarre il meglio. Ogni storia, però, è condita con l’ironia che contraddistingue l’autrice in un crescendo di colpi di scena.
Storie molto toccanti,mi piacerebbe leggerli.
Un racconto semplice che entra nel cuore.
Mi piace!