Il racconto narra la storia di un timido impiegato che, per vincere questa debolezza, usa una personalità fittizia ed un nome diverso. La sua non è una patologia ma un modo di rinfrancarsi, quando si trova ad affrontare situazioni imbarazzanti. Ha una intelligenza superiore: fa parte del MENSA, l’associazione che riunisce i “cervelloni”. Inoltre, parla e scrive correttamente tre lingue. Non è soddisfatto del suo lavoro, che non gli permette di esprimere le sue potenzialità. È capo contabile presso una grossa azienda di cartone da imballaggio e, quando gli viene proposto il coinvolgimento in una truffa milionaria ai danni del Banco di Napoli, dopo un iniziale tentennamento, accetta per dare sfogo alla sua personalità nascosta. Sono parte attiva nella truffa un alto funzionario della banca stessa ed una famiglia sinti, che finanzia l’impresa criminosa, oltre a due affascinanti donne. Con una serie ingegnosa di espedienti, il protagonista riuscirà a neutralizzare tutti i suoi complici e perfino Guardia di Finanza ed l’Interpol. Da ultimo, si impadronisce dell’intero bottino e, finalmente, compie la definitiva fusione con il suo alter ego. Il racconto parte in sordina nella fase preparatoria, per crescere in tensione con numerosi colpi di scena lungo il racconto. Il finale riserva, invece, una inaspettata sorpresa.