Come si fa a scrivere la sinossi di un romanzo che, in parte è autobiografico? Two parla apparentemente di anoressia (oltre ad esserci una storia d’amore, anzi più di una, perché l’amore ha svariate forme), ma anche di solitudine, di insicurezze, di paure, di morte, di errori e di fuga. Il filo conduttore del romanzo è proprio la fuga, non solo in senso fisico, ma anche da se stessi. La protagonista, Carla, proprio come l’autrice, si è sempre sentita fuori luogo, è vissuta con una madre che la voleva diversa ed è fuggita a New York (mentre l’autrice a Madrid, ma poco conta). Come lei ha conosciuto il dolore di un corpo che non si unisce con mente e cuore e si è rifugiata negli studi, nei libri e nella musica, selezionando accuratamente la sua cerchia di amici. L’autrice ha impiegato un po’ più di tempo a guarire rispetto a lei. Tutto il resto è finzione, nessun personaggio o relazione è stata vissuta, ma Carla ha preso il sopravvento… Adesso arriva la vera sinossi. Carla vive in un paese vicino al mare. Suo padre, dopo la separazione, è andato a vivere a New York e lei è rimasta con sua madre, una donna fissata sull’apparenza. Il paese la isola: troppo magra, troppo dark. Lo stesso accade ai suoi due unici amici, il fratellastro Ludovico e il suo amico d’infanzia, Vincenzo (la ragazza ha una cotta per lui da sempre, ma è fidanzato). Apparentemente i tre hanno raggiunto un equilibrio, anche se precario, ma la situazione precipita e Carla, approfittando del fatto che suo padre vive in America, viene ammessa all’università di New York. Inizia per lei una nuova avventura durante la quale affronterà nuovamente il pregiudizio, ma troverà nuove certezze e farà nuove scoperte: non serve un legame di sangue per essere fratelli… La forma d’amore più alta che possa esistere è la rinuncia che permetterà all’altra persona di volare; senza dimenticare che, dietro ogni sua scelta, c’è sempre il desiderio di saziare quella “fame” di solitudine e d’amore e, del resto, la condivisione e il perdono possono davvero salvarti la vita.