Aldo Lotito dona ai lettori un viaggio nell’anima, alla ricerca di sentimenti, parole mai dette ed emozioni, che, seppur “materializzate alla loro alba, mal erano state interpretate, vissute e men che mai capite…”. Un viaggio, dunque, triste e doloroso: avanti e indietro nel tempo; una sorta di ricerca spasmodica di risposte ai tanti perché, oramai stratificati nella mente e che non potranno non ricevere risposte parziali. Il tempo, del resto, è una dimensione che non torna e, pertanto, “nulla è possibile fare per rimediare…”. Se lo si legge fino alla fine, il libro non mancherà di sorprendere il lettore. Se non altro il più attento. Molte descrizioni di luoghi e personaggi sono, quindi, “volutamente abbozzate”, perché Aldo Lotito è fermamente convinto che “un testo deve sì suscitare emozioni ma è, poi, grazie alla sola fantasia del lettore che se ne completa l’intera sceneggiatura...”.