L’amore è il dono più bello che Dio ha fatto agli uomini, anche se spesso viene deturpato dagli uomini e, molte volte, anche dalle donne. è quello che accade anche in questa storia. Ma perché allora giovani innamorati, innocenti da ogni forma di colpa, vengono colpiti da un destino cieco e crudele che ne distrugge anche la speranza? Questa è una storia d’amore nello sfondo di una violenta contesa politica in una città di provincia. Quando la rinata democrazia del dopoguerra restituisce al popolo la possibilità di lottare per la sua redenzione, esso riesce a scuotere le secolari catene della sottomissione alla classe ricca, da sempre al potere, in nome di una giustizia sognata e invocata da secoli. Sulla classe ricca, assieme alla sconfitta, la sventura si abbatte ripetutamente e inspiegabilmente, colpendo i suoi giovani, mentre gli uomini del popolo assaporano l’ebbrezza del potere, non sempre venendo incontro alle attese popolari. La cultura moderna non conosce il fato né le Erinni vendicatrici. Il perché di queste sventure resta senza risposta per le vittime e per il popolo che ne resta angosciato e dubbioso. L’autore è convinto che, se una spiegazione c’è, si può trovare forse in quel castello dei conti che incombe sulla città e da dieci secoli ha visto potenza e sconfitte, condanne e torture, sofferenza e morte.