Il saggio vuol essere un percorso articolato nel quale viene affrontato il processo che ha portato alla nascita e all’evoluzione dei social, da diverse angolazioni. Si vogliono approfondire le possibilità che i nativi digitali e i millennials hanno grazie all’uso delle reti sociali, da un lato, ma anche i rischi ai quali i “nostri” adolescenti sono esposti per un uso troppo spesso disorientato e ingenuo. Partendo dal concetto di rete sociale si affrontano temi quali: i primi studi sulle reti sociali, le comunità reali, le comunità virtuali, fino ad arrivare al bisogno principe dell’essere umano, il comunicare, capire e farsi capire nel profondo della propria anima. Si parlerà dell’evoluzione dei mezzi di comunicazione, fino alla nascita dei social network, tra cui il più famoso di essi, Facebook e come essi hanno cambiato la vita di tutti noi e, in special modo, quella degli adolescenti. Vedremo come nell’arco di circa trent’anni tutti i “medium” comunicativi sono stati condensati e inglobati in quell’appendice del nostro corpo chiamata smartphone, cosa che ha aperto possibilità d’interazione e integrazione mai viste dall’uomo, ma anche pericoli sia psicologici che fisici per chi cade in situazioni incontrollate e aberranti, come atti di cyberbullismo. Disincantati e “disincarnati” dietro agli schermi delle proprie appendici elettroniche piene di app, i ragazzi non riescono più a sopportare la “mediocrità” della vita reale e si rifugiano nella vita virtuale perché alla fine più “vera” e “sincera” della vita offerta loro dagli adulti. Il rapporto tra adolescenti e social è fortemente simbiotico e simbolico e questo saggio affronta questa tematica da un punto di vista psicologico e sociale, ascoltando le domande che un genitore si pone giorno dopo giorno nel rapporto con i propri figli nell’età del crescere (adolescere) senza voler esaurire gli argomenti che queste domande aprono, ma anzi provando ad aprire nuove possibilità di dialogo e confronto tra i nativi analogici e i secondi non compresi.