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Genesi e affermazione del modello borghese nella Sicilia moderna

 
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Il saggio mira a esporre la nascita e il successo del cosiddetto “modello borghese”, trionfante nell’Ottocento, attraverso gli avvenimenti che lo hanno reso possibile: la rivoluzione dei prezzi, l’espansione dell’economia monetaria, la nascita del grande mercato che seppellisce l’autoconsumo, l’accesso ai titoli di studio nella vicina università di Catania, l’unica dell’Isola, da parte dei membri di quelle famiglie che avevano dominato quegli eventi, in buona parte di origine ebraica, ma convertiti dopo il bando del 1492. Non di soli ricchi, vi si tratta, ampio spazio è dedicato agli altri: ecclesiastici, mastri artigiani e, ovviamente, ai contadini. Senza trascurare la comparsa (gli agrumi) o la scomparsa di certe colture (la canna da zucchero): inizia il regno di re Mercato. Una delle parti più interessanti, perché inattesa, riguarda i consumi suntuari dei ceti meno abbienti e, per questa nuova sovranità,  la presenza, non occasionale, di certe coltivazioni (ad esempio, il melograno). Tutto ciò attraverso una lunghissima ricerca d’archivio, condotta soprattutto a Palermo.Il saggio mira a esporre la nascita e il successo del cosiddetto “modello borghese”, trionfante nell’Ottocento, attraverso gli avvenimenti che lo hanno reso possibile: la rivoluzione dei prezzi, l’espansione dell’economia monetaria, la nascita del grande mercato che seppellisce l’autoconsumo, l’accesso ai titoli di studio nella vicina università di Catania, l’unica dell’Isola, da parte dei membri di quelle famiglie che avevano dominato quegli eventi, in buona parte di origine ebraica, ma convertiti dopo il bando del 1492. Non di soli ricchi, vi si tratta, ampio spazio è dedicato agli altri: ecclesiastici, mastri artigiani e, ovviamente, ai contadini. Senza trascurare la comparsa (gli agrumi) o la scomparsa di certe colture (la canna da zucchero): inizia il regno di re Mercato. Una delle parti più interessanti, perché inattesa, riguarda i consumi suntuari dei ceti meno abbienti e, per questa nuova sovranità,  la presenza, non occasionale, di certe coltivazioni (ad esempio, il melograno). Tutto ciò attraverso una lunghissima ricerca d’archivio, condotta soprattutto a Palermo.

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