Negli ultimi tempi si è sviluppato un ampio dibattito politico sull’opportunità di una riforma istituzionale allo scopo di rivedere e modificare quelle parti della Costituzione che, alla luce dell’esperienza, hanno rivelato difficoltà di funzionamento. Il problema non riguarderebbe, anche se non tutti condividono quest’affermazione, la Prima parte della Costituzione, quella relativa alla definizione dei diritti, dei doveri, dei principi fondamentali, dei rapporti civili, economici e sociali, ma la Seconda parte, quella relativa agli organi fondamentali dello Stato, alla struttura dei poteri, all’equilibrio delle diverse funzioni. Un’eventuale riforma, però. se vuole essere rispettosa del patto sociale che ha originato la Costituzione del 1948, non può prescindere da un’ampia maggioranza, come quella che caratterizzò il voto del 22 dicembre 1947. In mancanza di tali condizioni, infatti, qualsiasi riforma potrebbe venire rigettata dal popolo, com’è appunto accaduto nel recente passato.