Questo breve volume è il frutto dell’esperienza personale dell’autrice presso la Casa Circondariale di Ascoli Piceno e si propone di fornire al lettore un contributo interdisciplinare relativamente al sistema penitenziario. In ambito giuridico vengono ripercorse le tappe storiche dell’internamento in Italia, fino a giungere alle più recenti modifiche legislative dell’Ordinamento penitenziario. In chiave sociologica, è richiamato il concetto di carcere come “Istituzione totale” e sono operate delle riflessioni sulla vita esperita dal detenuto all’interno del sistema “totalizzante e inglobante” rappresentato dall’istituto di reclusione. Sotto il profilo psicologico viene proposto l’uso combinato di tre strumenti diagnostici ai fini della valutazione della pericolosità sociale e del rischio di recidiva criminale. Viene altresì illustrato un caso clinico la cui analisi è basata sul colloquio criminologico a cui è stato sottoposto un detenuto del circuito di media sicurezza della Casa Circondariale di Ascoli Piceno. Il colloquio criminologico è imperniato sulla traccia fornita dalla Società Italiana di Criminologia, arricchita da elementi selezionati nella guida all’intervista elaborata da Robert Hare per la PCL-R, come l’empatia, l’impulsività, il rimorso e il senso di colpa. Il testo conclude con l’auspicio che la collettività, con spirito critico e grande sensibilità, riesca a recuperare il “potenziale curativo dell’empatia, non solo per gli altri, ma anche per noi stessi”, poiché ritenere che la “malvagità esiste soltanto all’esterno - di noi - resta puramente illusorio”.