Nell’opera precedente, “Nulvi ed il suo Passato”, si è narrata la storia di Nulvi attraverso l’operato della classe dirigente, espressione dei notabili locali. Col presente lavoro si ripercorre il passato del paese attraverso le sentenze civili vergate dal Giudice della Curia con le espressioni ridondanti ed ampollose del tempo. Trapelano così i rapporti di forza che intercorrevano tra le classi dominanti dell’epoca: da una parte la Chiesa e i suoi Canonici, rappresentanti, in maggior parte, di quei nobili da cui aveva avuto origine l’immenso patrimonio della Collegiata, da difendere anche a costo di contravvenire alla carità cristiana tanto predicata dal pulpito; dall’altra, poveri cristi citati in giudizio per non aver pagato fitti o censi che gravavano sui beni della chiesa; una classe emergente che si arrabattava ad accumulare la “roba” lavorando affannosamente o ricorrendo alla violenza. Infine, una classe borghese che, per far fronte agli obblighi del proprio stato sociale, si oberava di debiti ricorrendo al Monte di Soccorso o al prestito privato di generose ereditiere.