Tre sacerdoti che a Troina sono nati ed hanno svolto il loro ministero. Silvio Rotondo con precedenti esperienze di parroco a Catenanuova e Agira. Letture di percorsi di vita affidate per Luigi Ferlauto (1922-2017) – fondatore e presidente dell’“Oasi”, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per il ritardo mentale e l’involuzio-ne cerebrale senile – a numerose interviste di sindaci e amministratori pubblici della cittadina e, dunque, a tante valutazioni personali. Per Tonio Calabrese (1930-2018) e per Silvio Rotondo (1953) affidate alla ricostruzione dell’autore. I tre saggi raccolti nel volume non seguono un comune filo metodologico-narrativo. Iniziano con la spiegazione di come, quando e perché sono stati scritti. Nel terzo, su Rotondo, si ripercorre il pandemico annus horribilis 2020 nell’“Oasi”, con il suo carico di ferite e provvidenzialmente poi anche di ripresa. Cosa lega i protagonisti? Molto. Si sono conosciuti e frequentati. La vocazione di Rotondo, da ragazzo e poi da adulto, ha quasi un mentore in Tonio Calabrese oltre che nel predecessore nell’arcipretura di Troina Enzo Campagna. Calabrese, prete e psicologo, ha operato a lungo con Ferlauto nell’“Oasi”. Rotondo, prete e sociologo, ha affiancato – sempre nell’“Oasi”, palcoscenico costante nelle pagine del libro – Ferlauto nell’ultima fase della sua lunga esistenza. E ne ha raccolto l’eredità alla guida dell’Istituto che pone al centro della sua attenzione i più deboli.