La proclamazione, il 17 marzo 1861, del Regno d’Italia, rappresentò l’inizio della vicenda unitaria del Paese. I primi quindici anni del nuovo Stato videro al potere la Destra storica, la quale fu chiamata a dare forma alle strutture politico-economiche e amministrative della nazione e, contemporaneamente, a fronteggiare il disagio della popolazione meridionale e il fenomeno del brigantaggio ad esso collegato. L’ascesa al potere della Sinistra storica nel 1876, se da un lato fu accompagnata da timidi tentativi riformatori, dall’altro segnò, soprattutto sotto i governi di Francesco Crispi, lo sviluppo di una politica autoritaria e coloniale da parte di Roma. La disfatta di Adua (marzo 1896) mise fine alla parabola politica di Crispi, mentre l’ulteriore peggioramento delle condizioni di vita delle classi più povere fece riesplodere le tensioni sociali che, acuite dalla diffidenza e dalla repressione dei poteri politici verso le “forze sovversive”, avrebbero condotto alla “crisi di fine secolo”.