Dopo aver consultato vari testi ed averne attentamente studiati altri, Mario Dugan ha deciso di scrivere un saggio intitolato “Lo sviluppo del Bacino dell’alto Adriatico, dal 15.000 a.C. ad oggi”, per raccontare la sua verità, sullo sviluppo del Bacino dell’Alto Adriatico e, più in particolare, del Mediterraneo, dal 15.000 a. C. ad oggi. Dugan è appassionato di Storia, o meglio non solo di date ed eventi, ma soprattutto delle ragioni per le quali essi si sono verificati. Perché, in ogni libro che ha letto e studiato, Dugan non ha rinvenuto le ragioni per le quali si sono succedute guerre e massacri, da ambo le parti. A suo giudizio “Nessuno ha detto che quelli che combattono sono delle persone al servizio del Potente di turno…”. L’Autore ha, poi, tristemente, aggiunto: “Non potrò dire tutto quello che penso per ragioni di etica e di spazio. Del resto, per dire tutto, dovrei, scrivere oltre 10.000 pagine. Perciò, mi limito a dire le cose possibili ed essenziali, visto che questa non è solo la Mia storia, ma la storia di circa 500.000 Istriani e Dalmati, che dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale – più precisamente, 150.000 dopo la Prima e 350.000 dopo la Seconda – per ragioni ancor oggi incomprensibili, si sono visti costretti a lasciare le proprie case, i terreni ed affetti per partire verso l’ignoto, perché di questo si è trattato e, oltretutto, senza che nessuno si interessasse delle loro sorti… Stranieri disperati in casa propria e senz’alcuna protezione…”. In effetti, il colpo di grazia per i residenti della ex “Zona B” si ebbe con il Memorandum di Londra del 5 ottobre dell’anno 1954, successivamente consolidato con il Trattato di Osimo del 10 ottobre 1975. Mario Dugan, dunque, attraverso il suo particolareggiato saggio, chiarisce che “La Storia non è solo lo studio di date, fenomeni, battaglie, bensì la visione di quel mosaico composto da milioni di tasselli che parlano di uomini e donne, coi loro dolori, le loro tragedie, i sogni e gli affetti... È per questo che attraverso i “flash” che accendo nel buio della galleria scura dell’ipocrisia e del silenzio, volutamente creata da storici di parte e che, di certo, rischiano di apparire scarni, crudi, duri, desidero far emergere l’interpretazione della stessa, alla lettura della vita, dei drammi e delle tragedie di milioni di persone”.