Una tensione che, in forme e modi assai diversi, possiamo percepire in questo libro, laddove fuori dai rigidi confini delle norme, l’autrice espone un percorso ragionato (critico e costruttivo) della scuola superiore e in particolare della figura dirigenziale posta a capo dell’organizzazione di istituto. Le tappe che segnano questo tragitto di analisi riflessiva sono definite anche, ma non solo, da determinati avvenimenti che hanno coinvolto l’insieme della Pubblica amministrazione italiana, istituzioni scolastiche comprese. Questo libro affonda le proprie radici nella ricostruzione del quadro nazionale di questa complessa, articolata, problematica quanto fondamentale organizzazione. Giova ricordare che si tratta, ancor oggi, della principale “impresa” del Paese che conta oltre tre milioni di occupati distribuiti tra il centro e la periferia – ministeri, regioni, province, città metropolitane, comuni, ecc. – comprensivi anche dei dipendenti di varie aziende, enti e organismi di supporto. Ciò che l’autrice intende evidenziare sin dalle prime pagine del proprio lavoro è una sorta di “presa di coscienza” e, al contempo, anche di conoscenza della struttura organizzativa; dei suoi più recenti sviluppi, delle riforme che dagli anni Novanta del secolo scorso hanno cadenzato le varie fasi di sviluppo (non sempre e non ancora del tutto realizzate) di questa articolata struttura portante dell’Italia. Sembrerebbe un’esagerazione affermare ciò, ma si dà il caso che molte delle nostre attività quotidiane sono scandite dall’operato della PA. Il fatto è che una loro eventuale mancanza creerebbe per molte comunità e moltitudini di individui, problemi di particolare rilevanza fino a mettere in crisi profonda l’economia e la società tutta.