Alcuni studiosi hanno tentato di contestualizzare storicamente la vasta onda della “primavera araba”, dai tempi dei grandi movimenti popolari del dopo seconda guerra mondiale a risonanza sociale o politico – religiosa. Altri hanno spinto la loro analisi al quadro geografico e geopolitico in cui si è sviluppato il mondo arabo nel corso degli ultimi decenni. Nel caso della Tunisia preso in esame, ogni risveglio è finito in tragedia, per due motivi. Il primo motivo è a carattere geografico: la Tunisia è la parte più piccola territorialmente del Maghreb, praticamente chiuso su tre lati. è più facile approdare nel Maghreb che uscirne. La storia del Maghreb è quindi la storia dei potenti popoli invasori venuti da Oriente (fenici, arabi, turchi) e da Occidente (romani, vandali, normanni, spagnoli, francesi, americani). Il secondo motivo è a carattere istituzionale. Le formazioni sociali locali in Tunisia, così come in tutto il Maghreb, appaiono come un mosaico di popoli storicamente costretti a vivere separati, incapaci di vivere liberamente sotto un’unica bandiera, un unico senato che non sia straniero. Le figure di Bourguba, Ben Ali, come quelle altre di Saddam Hussein, Hosni Moubarak, Muammar Gheddafi con le vicende della loro salita al potere, e di conclusione tragica, si ritrovano lungo tutta la storia tre volte millenaria della Tunisia. Abbiamo scelto per raccontarlo le figure di Massinissa, Giugurtha e Giuba, tramite l’uso di fonti, cioè di testi di Livio, Sallustio, Cesare, Mommsen, che, configurandosi come documento, possa trasmettere il sapere al lettore interessato e meglio capire gli eventi che sconvolgono la nostra vita odierna. Più precisamente, questo libro è la ricerca sugli avvenimenti del passato e il tentativo di una narrazione di fatti interpretati alla luce di una visione etica e in buona fede.