L’opera ripercorre un periodo della storia monasteracese compreso tra gli anni della giovinezza dell’autore e i giorni nostri attraverso la narrazione di fatti e vicende vissute dallo stesso e dalla sua famiglia. Si racconta della vita vissuta, con piacevole ironia finanche quando quest’ultimo veniva rinchiuso nelle carceri è accusato ingiustamente di essere mafioso. Pervaso da una nobile moralità, egli volge la sua costante ricerca alla verità giudiziaria che per ben 20 anni lo ha visto protagonista, in negativo, suo malgrado. Viene accusato in tre circostanze di essere mafioso e in altrettante occasioni viene privato della libertà personale con tutte le conseguenze che dette azioni ne conseguono. L’amore per il paese natio (Monasterace) e il lavoro che svolge da 25 anni (Tecnico comunale nel Comune di Monasterace) lo portano a diventare un capro espiatorio nelle vicissitudini locali. L’opera, completata nel mese di Giugno del 2013 vuole essere un messaggio di speranza per un mondo migliore e per una Giustizia giusta. È proprio nella Giustizia che egli ripone la speranza per un cambiamento del sistema giudiziario inquirente volto a evitare ingiusti massacri di persone che hanno solo il torto di parlare un linguaggio diverso dall’ipocrisia generale.