Dopo un lungo periodo di silenzio (la prima e unica pubblicazione è la silloge di liriche “La stanza gelosa” - Lalli edit., 1988) ritorna alla scrittura con “Crune”. “Crune” si presenta come una raccolta di 40 racconti brevi + altri 4 (“Oltre le crune”). La distinzione numerica ha una sua ragion d’essere. Secondo la prima intenzione, il titolo avrebbe dovuto essere (in tempi non sospetti) “Quarantena”: allusione all’isola-mento interiore richiesto da questa scrittura che ha coperto in realtà un lungo periodo di anni e all’isolamento in cui si collocano le situazioni narrate. L’ “Oltre” dei 4 racconti conclusivi indica una semplice posteriorità cronologica rispetto ai precedenti, nessuna differenza tematica o stilistica. Il titolo “Crune”, poi preferito, è un riferimento al fenomeno ottico per cui se accostiamo un piccolo foro - come la cruna d’un ago - a un occhio miglioriamo la qualità visiva; e alla dimensione minima delle storie narrate, incentrate su particolari e dettagli dell’esistenza. I racconti si propongono sia come scritti autonomi, sia organizzati in una cornice sottintesa, che affiora non a caso nella quarantesima cruna, dove vengono rievocate situazioni e figure delle crune precedenti.