L’umanità nascosta dal cielo

Affiorano Valori persi, qualcuno riesce ancora a riconoscerli. Un bell'inizio. Complimenti.

E' un libro che ho amato dall'inizio, perché nelle mie corde. Emerge nelle prime pagine l'assenza voluta della gente, una superficialità che dipinge perfettamente la nostra società, la paura di andare oltre se stessi o dentro se stessi. Il terrore di guardarsi e di guardare fuori. Un isolamento che rispecchia il mondo che ci accoglie o che ci ospita, una difesa forse una fuga. Lo si percepisce dal primo nucleo abitativo che è la casa, luogo che dovrebbe essere spazio di accoglimento, condivisione, parole a raccontare una giornata, un sentimento, un pensiero, una riflessione... e che spesso diventa gabbia in cui si respira la stessa "assenza" della vita, quella che respiriamo per le vie, sfiorando gente che non ci vede, che non esiste, sempre di corsa in un tempo fermo. Riporto una delle tante frasi che mi hanno colpita. "E' illogico sedersi e attendere un cambiamento?... è ciò che mi riesce meglio, sedermi e guardare il flusso invisibile che avvolge la vita che da me fugge come spaventata. Eppure io aspetterò, farò ciò che mi viene naturale e verrò riconosciuto. Da chi non saprei, ma da qualcuno sì, prima o poi". Ecco, qui l'autore introduce il tema dell'attesa. Chi può non ritrovarcisi? Tutti siamo in perenne attesa di qualcosa. Non è poi così diverso da quello che scriveva Leopardi ne Il sabato del villaggio, quando descriveva il giorno prima della festa come momento di massima felicità, più importante della festa stessa. La differenza tra noi e ciò che scrive l'autore è la consapevolezza che questo è ciò che gli riesce meglio (non importa se sono parole dette da un personaggio perché chi scrive vive in tutti i personaggi che rappresenta, che ha inventato, che ha creato o solo raccontato). Qui dice: "Verrò riconosciuto. Da chi non saprei, da qualcuno sì, prima o poi". Ecco ciò che manca ai più. La determinazione e la consapevolezza che prima o poi qualcuno che sappia andare oltre e riconoscerci o conoscerci per la prima volta ci sarà. La sua diventa un'attesa "audace". Non perdita di tempo ma investimento in un incontro. Il libro si dipana tra situazioni apparentemente surreali, come sogni ad occhi aperti in cui fanno la loro comparsa vari soggetti, che si muovono talvolta tra l'irreale e l'onirico, talvolta tra il fiabesco e la cruda realtà e in cui pensieri, riflessioni, domande, risposte si intrecciano in un modo che può apparire ingarbugliato ma che alla fine si ricongiunge in un tutt'uno che ha la sua spiegazione. E si arriva alla fine con la soddisfazione di aver collocato l'ultimo tassello di un enorme puzzle. Fieri di noi stessi. Non posso che fare un plauso alla bravura di un giovane ragazzo che farà di sicuro molta strada, abile nella scrittura, dotato di una spiccata sensibilità e di una capacità narrativa fuori dal comune. Non posso che augurargli il futuro radioso che merita in tutti campi della sua vita e spero, vivamente, che continui ad alimentare la passione per la scrittura.

Ottimo libro!