Il “Frammentismo” o la “poetica del frammento” è, come risaputo, una tendenza letteraria che trovò la sua schiusa nei primi anni del Novecento in Italia. In linea, sul piano formale, all'indirizzo del Frammentismo, Emilio La Greca Romano, propone “Schegge”, se pure lontano da quella specifica letteratura strettamente connessa alle dottrine irrazionalistiche e decadenti. Sul piano formale, gran parte di “Schegge” risponde, di certo, al dettato della costruzione dell'opera letteraria a mezzo un mosaico di frammenti, di immagini e di episodi slegati fra loro. Versi liberi, dunque, senza la costrizione della metrica tradizionale, in moto sfiorante l’espressionismo e rispondente ad alcune generiche caratteristiche della poetica del frammento. Si riscontrano in “Schegge”, elementi che richiamano l’autobiografismo; l’attenzione verso l’analisi dei sentimenti e degli aspetti morali della vita; la combinazione di prosa e poesia. Siamo schegge, spesso frammenti irregolari, generalmente acuminati e taglienti, staccati dalla bellezza, come le schegge da minerali o corpi di altra materia. Schegge sono i nostri pensieri e le nostre parole. Schegge divengono spesso i versi per contenuto ed essenzialità di forma entro un mondo ferito da tante lastre rotte e taglienti, spesso sanguinante per le lesioni delle quotidiane guerre dell’anima. Dal sangue e dal sacrificio delle solitudini, oltre lacerazioni e piaghe, muove la speranza dell’alba entro la quale il nostro cielo schiarisce progressivamente. La silloge “Schegge” mentre presenta “la solinga via Tra le schegge e tra’ rocchi de lo scoglio” (Alighieri D., La Divina Commedia, Inferno: Canto XXVI), volge al Sole sorgente sull’orizzonte, a causa della rifrazione e della diffrazione dei raggi solari da parte dell’atmosfera terrestre. Proprio entro la luce del giorno primitivo, dicono questi versi, risiede la bellezza della restaurazione del cuore dell’uomo. Così scrive il Sociologo, Pasquale Martucci, nella sua nota introduttiva: “Nella poesia di La Greca Romano ricorre la natura, il mare, la bellezza del senso di esistere, che giunge a determinare uno stato contrario al rinchiudersi in sé e soffrire. Il turbamento diventa meno angoscioso se si realizza il superamento del buio e del recondito, di tutto ciò che è sconosciuto e può proiettare l’uomo nell’ignoto della coscienza. L’autore costruisce in questa raccolta la ricomposizione dell’intero che rischia da un lato di spezzarsi ma anche di ri-solidificarsi grazie alla potenza di Eros, che permette di ritrovare l’origine comune, di connettere anima e cuore ed avere quella sensazione di benessere che ci fa affrontare dubbi e incertezze, rivivere una vita piena e serena”.