Per Licia, una trentenne tormentata dalle vicissitudini della vita, la propria esistenza è caratterizzata da un continuo susseguirsi di domande alle quali vuole a tutti i costi trovare una risposta. Ama tenere tutto sotto controllo, e nei momenti in cui, per via dell’inevitabile imprevedibilità delle cose, qualcosa sfugge dalla sua concentrazione, arrivano l’ansia, il panico, i disagi emotivi. Probabilmente si affacciano dentro di lei proprio per ricordarle che la vita non è sinonimo di controllo. La vita non è rimuginare su ciò che ci accade per trovare una risposta adatta ad ogni circostanza, ma è spontaneità, scorrevolezza, accoglienza. Tramite gli episodi, le casualità e le “sincronicità”, Licia si rende lentamente conto che tutto ha un senso ma non è opportuno ricercarlo. È la vita stessa che provoca una serie di accadimenti, affinché si possa crescere e proseguire lungo il cammino in maniera costruttiva, anche quando sembra che non sia così, anche quando il dolore sembra renderci privi di armonia.