Giacinto è poco più di un ragazzino, quando nel 1914, viene richiamato per il servizio di leva e pochi mesi più tardi, è costretto ad andare in trincea e a battersi in una guerra non voluta da lui né dalle migliaia di ragazzi che l’hanno combattuta. Giacinto lascia a casa una mamma che lo ama di un amore tenero e commovente e un babbo un po’ burbero ma legato a lui da un affetto altrettanto forte. Lascia anche Maria, una giovinetta gracile ma bellissima, con la quale sta vivendo gli scombussolamenti del primo amore. Lascia, infine, un lavoro duro e impegnativo ma molto amato: i campi, gli olivi, gli animali, la terra. Ma Giacinto lascia, soprattutto, la sua infanzia e giovinezza, obbligato, come sarà, a crescere all’improvviso, a passare dalla condizione di ragazzo che vive con e per i genitori, a quella di soldato forzato a prendere decisioni da cui dipendono non solo la propria vita ma anche quella dei compagni. Nonostante la guerra, la prigionia, il dolore di vedere morire intorno a sé persone care e uomini valorosi, tuttavia, Giacinto non perderà la propria umanità e riuscirà a rientrare a casa rafforzato nei propri valori umani e nei propri ideali.