L’autore, sul filo della memoria, ricostruisce episodi e tratteggia personaggi, conosciuti circa 50 anni fa, con i quali ha intessuto nel tempo un profondo rapporto politico ed umano. Le vicende politiche locali di quegli anni sono descritte con ironia e leggerezza e guardate con occhio indulgente: “Avevamo vent’anni e non potevamo non ribellarci.” Aleggia su quel desiderio di giustizia, di uguaglianza, di rinnovamento, portato avanti con abnegazione da quella generazione, lo spettro delle stragi fasciste che con tempismo perfetto si sono succedute per cambiare il corso della storia, causando tanti lutti all’Italia. L’autore racconta la maturazione politica avvenuta negli anni successivi che lo portò ad impegnarsi nelle istituzioni locali.